PER APPROFONDIRE
Stile di vita & Salute
Il cambiamento può iniziare oggi

 

Sappiamo con sicurezza che un corretto stile di vita si pone come pilastro fondamentale per il sostegno della nostra salute. Che cosa significa però stile di vita?

La parola "stile", dal latino stilus, indicava inizialmente un oggetto acuminato. Successivamente è passata ad indicare la punta con cui gli antichi incidevano le tavolette nell'atto della scrittura e l'etimologia si è conservata con la parola "stilografica". Nel tempo il significato si è aperto andando a rappresentare non solo l'oggetto necessario per la scrittura, ma appunto anche lo "stile" di questa stessa scrittura. Un ultimo ampliamento del significato del termine lo ha portato a significare quell'insieme di caratteristiche peculiari che costituiscono uno "stile" in modo più esteso.

Tornando allo stile di vita, la riflessione iniziale ci fa capire che esso va ad intendersi come l'insieme delle abitudini, scelte, comportamenti, credenze e preferenze che una persona pone nel prendersi cura del proprio quotidiano. Più precisamente, lo stile di vita comprende molte parti, tra cui principalmente l'alimentazione, il livello di attività fisica, la gestione dello stress, il ritmo di vita (qualità del sonno, ritmi quotidiani) e la qualità dell'ambiente. Tutti questi aspetti si influenzano vicendevolmente in vario modo e creano in un senso complessivo lo "stile" che caratterizza la vita di una persona.

La complessità di queste correlazioni ci permette di intuire facilmente che non è facile intervenire nel modificare uno stile di vita. Un cambiamento profondo, qualsiasi esso sia, prevede passaggi complessi e spesso tempi lenti di maturazione.

Anche un cambiamento nella dieta comprende le stesse complessità e non è possibile pretendere di imporlo e risolverlo con metodologie prescrittive obbligate. Un lavoro sul proprio stile di vita, che comprende anche quello alimentare, pretende intelligenza, pazienza e perseveranza, con interiorizzazione e comprensione profonda delle nuove strade da intraprendere affinché il cambiamento divenga efficace. Sicuramente gli eventuali eccessi vanno contenuti e gli sbagli ridimensionati, tuttavia “mangiare bene” – nel senso di “mangiare in modo salutare” – non significa dover rinunciare a qualsiasi piacere alimentare. Significa piuttosto (ri)scoprire alimenti e gusti nuovi, naturali, semplici, leggeri e stagionali. Tutto ciò va impostato con il dovuto rispetto per le proprie esigenze specifiche nonché dei tempi necessari al raggiungimento di obiettivi corretti, così come in sintonia con gli aspetti culturali e religiosi della persona.

Il rapporto con il cibo e con il proprio corpo andrebbe mantenuto sempre sano e positivo, così come il piacere dello stare correttamente a tavola. Una dieta può essere sana e allo stesso tempo flessibile e adattabile alle esigenze specifiche: alimentarsi può rimanere un piacere, senza eccessi in alcuna direzione.

Una frase antica può essere riproposta per parlare di una dinamica moderna. Ippocrate, padre della Medicina, disse: «Prima di guarire qualcuno, chiedigli se è disposto a rinunciare alle cose che lo hanno fatto ammalare». 
 
Oggi, con le attuali conoscenze scientifiche, sappiamo che uno stile di vita corretto risulta capace di agire sia come prevenzione primaria (abbassando il rischio di sviluppare determinate malattie) sia come prevenzione secondaria (contribuendo a controllare in modo maggiormente efficace l’andamento di malattie già sviluppate).
 
Che cosa significa allora stile di vita corretto? Significa in primis prestare la dovuta attenzione a quanto le nostre abitudini siano benefiche per la nostra salute. Solitamente si analizzano per primi le abitudini alimentari e il livello di attività fisica, per andare a correggerli e migliorarli se non adeguati né salutari.
Il loro miglioramento tuttavia non andrebbe inteso come obbligo transitorio e forzato (magari cambiando lo stile alimentare per un periodo circoscritto, oppure muovendosi per qualche settimana per poi tornare sedentari), bensì come educazione, attenzione, cura e rispetto verso se stessi e la propria salute per tutto il corso della vita.

Altre dinamiche che possono concorrere, talvolta in modo preponderante, a sbilanciare un corretto stile di vita sono un livello di distress eccessivamente elevato e dei ritmi di vita frenetici, che, tra le varie alterazioni che determinano, potrebbero non consentire alla nostra “cronobiologia” interna il mantenimento di un equilibrio fisiologico e sano.

Talvolta qualcuno si affaccia per la prima volta all’interesse verso un’alimentazione più salutare perché spinto dalla diagnosi di patologia o dalla scoperta di “analisi alterate” in modo più o meno grave, oppure dalla necessità di una perdita di peso. A questo punto, però, le domande da porsi sono almeno due:

  1. Sono consapevole del fatto che avere a cuore una corretta educazione nutrizionale sia importante per me e la mia salute, e che non dovrebbe essere interpretata come un periodo di cambiamento forzato e prescritto dall’esterno in modo non collaborativo, a cui seguirà poi il ripristino delle vecchie abitudini?
  2. Sono disposto ad accettare il cambiamento in modo dolce e con tempi adeguati e lunghi, con la disponibilità all’ascolto e alla revisione delle mie abitudini, che vanno modificate talvolta anche in modo sostanziale?
Senza questi presupposti, forse un percorso nutrizionale – da intendersi in modo più adeguato come intervento sullo stile di vita – può essere positivo ed apportare benefici solo in modo parziale e potenzialmente anche non duraturo. Ciò che conta, quindi, non è (solo) “seguire una dieta prescritta” per un determinato periodo di tempo o strettamente al fine di raggiungere determinati obiettivi: servirebbe invece fare propria nel corso delle settimane e dei mesi un’educazione alla buona alimentazione, in modo flessibile e regolare, che poi andrà a perdurare nel tempo e nel corso della vita, assieme ad uno stile di vita generale improntato al sostegno della salute e del benessere generale.

Oltre ad abitudini nutrizionali adeguate e corrette, sarebbe imprescindibile un livello di attività fisica a sua volta sano. Il movimento, nel contesto di uno stile di vita complessivamente attivo, rappresenta uno dei cardini principali di uno stile di vita salutare.

Come avviene per l’alimentazione, tuttavia, allo stesso modo anche questo movimento salutare andrebbe inteso in modo continuativo. A nulla valgono programmi eccessivamente intensi e faticosi impostati per tempi brevi e con obiettivi che mirano a risultati veloci. Anche in questo caso, come per il cambiamento delle abitudini alimentari, ciò che davvero premia, e di cui il corpo davvero ha beneficio, è la costanza nel lungo termine. 

Se si vuole risolvere uno stile di vita sedentario, quindi, sarebbe consigliabile iniziare con gradualità fino a raggiungere un livello di frequenza e intensità dell’esercizio che possa perdurare continuativamente, andandosi quindi a calare con equilibrio e dolcezza nel contesto dei ritmi giornalieri personali.

Infine, forse altrettanto fondamentali per uno stile di vita salutare risultano la quantità e la qualità del sonno. Durante la notte, infatti, il nostro corpo non è passivamente “spento”, bensì segue a livello neuroendocrino un programma preciso che, se alterato, può determinare ripercussioni negative a livello di salute. Nel 2017 il premio Nobel per la Medicina è stato assegnato proprio per la cronobiologia a Jeffrey C. Hall, Michael Rosbash e Michael W. Young per le loro scoperte dei meccanismi molecolari che controllano i cosiddetti ritmi circadiani.

Il sonno andrebbe sempre indagato con attenzione. Una sua alterazione può avere conseguenze negative a livello patologico, soprattutto se cronicizzata nel tempo, così come – al contrario – squilibri patologici già in essere possono inficiare la qualità del sonno. Diventa allora importante un’attenzione profonda per i ritmi fisiologici dell’organismo.  

In conclusione, qualsiasi sia la condizione di partenza, è giusto sapere che intervenire nel modificare con successo lo stile di vita rappresenta un lavoro corposo e complesso. Ciò non significa che questa consapevolezza debba spaventare, anzi: è quella che ci permette di attrezzarci al meglio per compiere il cammino.

Qualsiasi sia la necessità soggettiva, il cambiamento può iniziare oggi. Partendo da un primo passo, la distanza che si può percorrere rimane infinita.

Per un primo contatto con la complessità di queste riflessioni, propongo di seguito due video in cui espongo sinteticamente i capisaldi di un processo di cambiamento.

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