Tante persone sono spesso interessate all’esecuzione di test per individuare presunte “intolleranze alimentari”, magari venduti a caro prezzo e spesso riguardanti pannelli estesi di alimenti. Serve però chiarezza in merito a questo argomento, per capire che cosa sono questi test e come evitare conseguenti interventi dannosi anziché benefici sullo stile di vita e in particolare sulla dieta.

Queste “intolleranze” sono mediate da meccanismi immunitari completamente differenti da quelli delle “allergie” vere e proprie e i test che le analizzano hanno un rischio di errore (in base a sensibilità e specificità) non indifferente. Per questi motivi non sono approvati dalla comunità medica.
In caso di sintomatologia gastrointestinale persistente, il consiglio è quello di rivolgersi innanzitutto ad uno specialista che possa escludere condizioni patologiche. Una volta posta questa esclusione, sarebbe bene indagare con un nutrizionista esperto il proprio stile alimentare e di vita complessivo, per identificare eventuali squilibri da correggere in modo salutare e corretto.

Ciò che si sconsiglia caldamente è l’adozione impropria e magari improvvisa di diete di eliminazione, ossia diete che escludono in modo assoluto una o più importanti categorie alimentari, in base a presunte “intolleranze” emerse da questi test. Una scelta di questo genere può determinare rischi importanti per la salute, rischi che nella maggior parte dei casi risultano ingiustificati.

Il decalogo dell'ADI

E’ interessante la lettura del decalogo che l’ADI (Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione clinica) ha elaborato in risposta a questo argomento.

I punti da focalizzare, con un breve commento, sono i seguenti:

  • il sovrappeso e l’obesità non derivano da intolleranze alimentari. Si tratta di patologie vere e proprie su cui l’intervento deve essere mirato, se necessario multidisciplinare, intervenendo su una modificazione mirata dello stile di vita – o con altri interventi medici, se necessari. Non è possibile asserire che problematiche di controllo del peso derivino dal mangiare “alimenti a cui si è intolleranti”, perché la valutazione è assai più complicata e non si può banalizzare in tal modo;
  • va evitato, come sempre nell’ambito di tematiche medico-sanitarie, il fai-da-te, nonché la lettura di analisi e referti da parte di personale non qualificato. Spesso test svariati tipi di test sulle “intolleranze alimentari” sono proposti da figure non abilitate all’esecuzione di una visita né alla prescrizione di una dieta. Attenzione inoltre a chi pretende, a seguito di presunti risultati “positivi”, di vendere prodotti o integratori su cui ottiene direttamente un guadagno economico;
  • va evitato l’affidamento a personale non qualificato e quindi privo di un titolo sanitario riconosciuto per poter svolgere la propria professione. Troppo spesso, nell’ambito della nutrizione, ci si imbatte in chi vuole svolgere un lavoro che non gli è proprio;
  • in caso di ricerca di allergie ed intolleranze, vanno utilizzati solamente test validati e sicuri, sempre su consiglio/prescrizione medica;
  • non vanno improvvisate diete di eliminazione, che escludono di colpo e senza motivo alimenti dalla propria alimentazione, ricordando sempre che la dieta, essendo terapia, va prescritta solo ed esclusivamente da un medico. Variazioni improvvise o restrittive e squilibrate delle abitudini nutrizionali possono potenzialmente essere nocive più che benefiche e non trovano giustificazioni in assenza di patologie o indicazioni mediche specifiche;
  • non vanno eliminati senza motivo latte e glutine dalla dieta, ma solo su consiglio medico. Ricordiamo che il reinserimento del glutine o del lattosio dopo un periodo prolungato di eliminazione non è affatto “conferma dell’intolleranza”, come spesso si ritiene, ma rappresenta un nuovo adattamento del sistema digerente a “stimoli alimentari” che erano stati impropriamente sospesi;
  • come sempre, Internet non sostituisce una consulenza medica.
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